IL TESTO E L’AUTORE
Un uomo, i suoi cani e il parco: quello di
Villa Doria Pamphilj per estensione il più vasto della Capitale. Passeggiate
lente e girovaghe. Niente di più consuetudinario e, per usare un’allocuzione
un po’ desueta, piccolo borghese. Tuttavia questa “ordinarietà” contemplativa
diventa, d’incanto, grazie alla visionarietà dell’autore, occasione di
analisi esistenziali individuali e collettive. Il parco “hortusconclusus”
diviene giardino epicureo dove il peripatetico andare in solitudine schiude
pensieri e riflessioni filosofiche, politiche e letterarie sulla natura e la
condizione umana e politica del Terzo millennio.
Tutto è
occasione di riflessione e disincanto sui destini ultimi di una umanità in cui la stagnazione spirituale, l’egoismo
e il pensiero unico fanno dei popoli un mero terminale di mercato. Resiste
tuttavia, ancella bistrattata, la poesia e la magia salvifica dell’arte e,
ancora, l’apostasia di coloro che, per dirla con Nietzsche, amano il loro
sogno seppur li tormenta. È opera, quella di Carlo Volponi, singolare e
originalissima per architettura e contenuti, adornata da florilegi di
aneddoti, storia, citazioni e richiami poetici che ci restituiscono approdi
interiori troppo spesso dimenticati.
CARLO
VOLPONI vive e lavora a Roma.
Critico
letterario, saggista e poeta, già responsabile della comunicazione
istituzionale e delle iniziative editoriali dell’INPDAP. Accademico onorario
e vicepresidente dell’“Accademia d’arte e cultura Giuseppe Gioachino Belli”.
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