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GIOCONDA MARINELLI LA TENEREZZA NELLE STELLE COLLANA: Percorsi
Narrativi |
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IL TESTO E LE AUTRICI Gioconda
Marinelli, Maria Stella Rossi, Maria Rosaria Selo scrivono di tenerezza, di
memorie natalizie e di stelle. E così, statuine che per uno strano sortilegio
si sbriciolano per poi ricomporsi, stelle scintillanti lontane e bellissime,
fuochi e luci da un paese di campane, animano questi tre racconti in cui si
possono ritrovare tenerissimi ricordi e invisibili strenne che si mescolano a
profumi di ginepri, dolciumi, pensieri che vanno poi a comporre un unico
racconto, come fondali di scene e frame su cui danza la vita con le sue luci
ma anche con le sue ombre. Il tornare indietro
particolarmente a quando eravamo bambini, ci stupisce ed ancora una volta si
compie il miracolo. E non è sorprendente che riusciamo a far tornare il
passato così vivo in noi in modo che colori il grigio del nostro presente? Il
presepe ci riporta a quei fondali luminosi di stelle e risorge la meraviglia,
lo stupore e la speranza di una nuova vita. Rivolgeva sin da piccola
gli occhi al cielo, ma allora non sapeva di guardare stelle vive e stelle
morte da miliardi di anni, che stavano lì imperterrite e lontane, indifferenti
e bellissime nel loro luccichìo. Lia non sapeva niente di loro ma le
considerava tutte sue, anche se ne aveva una preferita, era quella che a un certo
punto noti, stella tra le stelle, perché pare che ti parli, pare che
scintilli solo per te. Appena l’orologio del
campanile scoccò la mezzanotte, una luce fioca illuminò di sopra la stanza
del presepe. Quel bagliore si appoggiò prima sugli angeli, che si staccarono
dall’arco della grotta e iniziarono a volare in cerchio, spargendo briciole d’oro
che uscivano dal nulla ad ogni batter d’ali, poi calò sul viso di Giuseppe e
ne prese tutta la figura. |