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TRA FAMIGLIA COLLANA: Percorsi Narrativi F.to 15x21, pp. 160, Euro 14,00 |
IL TESTO E L’AUTRICE In
questo nuovo libro, Marina Folliero racconta in forma autobiografica,
attraverso il ricordo della sua vita anche lavorativa, un pezzo di storia
della società italiana, sconosciuta soprattutto ai giovani, che va dal
periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale fino ai primi
quindici anni del nuovo millennio. L’autrice si sente uno dei pochi testimoni
rimasti di quel periodo, oltre che per motivi di età anche per merito del suo
lavoro vissuto nelle aule di tribunale, frequentate ancor prima dei suoi
vent’anni, accanto al padre avvocato. Parla, quindi, del fenomeno degli
scioperi selvaggi, che ha messo in ginocchio le nostre fabbriche turbando
un’economia che stava risorgendo dopo una dura guerra, del divorzio entrato
in vigore in Italia soltanto nel dicembre 1970, delle lotte condotte dalla
prima avvocato donna italiana perché le donne potessero iscriversi nell’Albo
dei Consigli dell’ordine forense delle varie Corti d’Appello d’Italia ed
esercitare la professione d’avvocato. Sottolinea l’imperante maschilismo di
quel periodo nei confronti delle lavoratrici e ricorda, parlando del famoso
delitto dell’ermellino, quanto fossero osteggiati al nord i lavoratori del
sud. L’autrice compone, quindi, un mosaico, con tante tessere che altro non
sono che le varie tappe della società italiana nella seconda metà del secolo
scorso, come del resto ha fatto nel romanzo La lavagna della memoria, schegge di guerra (BastogiLibri, 2020),
nel quale rammenta eventi accaduti in Italia tra il 1943 e il 1945, in un
tragico momento storico che ha definito “forse il più doloroso del nostro
Paese dalla sua raggiunta unità”.
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