Questo
piccolo saggio vuol essere un tributo alla magia del pianoforte. Grazie
alla sua fantastica capacità di dispensare emozioni a tutti coloro che
lʼascoltano, ma in particolar modo a coloro che lo suonano, diventa
spesso nellʼesistenza di questi ultimi, un fulcro centrale su cui
tutto gira e tutto passa. Lui, il pianoforte, mantiene il proprio fascino
inalterabile nel tempo: amico, nemico, complice o temibile avversario, ma
sempre vicino a colui con cui crea talvolta rapporti morbosi e
conflittuali. Un suono così suadente, spesso fa librare la mente, facendola
scivolare leggera al di sopra delle umane mediocrità. Ma cʼè sempre un
messaggio che si evince dal massacrante e tortuoso percorso di studi oltre
che dal difficile ed incessante perfezionamento che questo strumento
richiede: lʼumiltà, qualità necessaria tanto nel pianista quanto in
ogni uomo, ambedue sempre perfettibili, per non ergersi mai a giudice
intransigente e per comprendere fino in fondo il segreto della vita stessa.
MASSIMO
TRISCIUOGLIO, pianista e docente di pianoforte, ha cominciato gli studi
musicali alla tenera età di cinque anni con la paziente ed attenta guida
del M° V. Sannoner. In seguito, ha proseguito gli studi musicali nella
propria città natale presso il Conservatorio statale “U. Giordano” di
Foggia con le docenti M. Consagro e A. Nobili. Trasferitosi negli anni
universitari a Napoli, completava i propri studi pianistici presso il
Conservatorio statale “G. Martucci” di Salerno sotto la guida del M° Carro,
già allievo del grande A. Longo e docente del “S. Pietro a Majella” di
Napoli. Nei primi anni successivi agli studi, si è dedicato a svariati
concorsi pianistici ed attività concertistica, guidato dai maestri di fama
internazionale A. Ciccolini e V. Merzhanov (componente della giuria del
premio Busoni), concentrando successivamente le proprie attenzioni ed i
propri studi sulle varie metodologie didattiche relative all’insegnamento
del pianoforte, di cui è attualmente docente presso i licei musicali
statali.
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