Un romanzo tra lo spirituale e il fantastico,
perché ispirato da esperienze di vita personali e non, verità scoperte
quando è ormai troppo tardi, sensazioni che trovano conferme, presenze
invisibili che diventano visibili, tangibili, rivelazioni private, messaggi
e apparizioni. Amore e sofferenza, amore e idillio da dover celare,
vergogna di ammettere di avere un padre-padrone, si intrecciano alla
consapevolezza della crescita ed evoluzione interiore della protagonista. Starà
al lettore decidere con che occhi leggere e classificare quest’opera, per
poi stabilire dove finisce la realtà e dove la fantasia, se di fantasia si
tratta.
DANIELA
MARUCCIA nasce nel 1970 in un piccolo paese del
sud Italia e vive tutt’ora in uno ancora più piccolo. Come Francesca, la
protagonista del libro, ha vissuto l’esperienza del vivere e convivere con
un padre a tratti alcolizzato e violento. Col tempo, impara a fare suo il
pensiero di Johann Wolfgang Goethe secondo cui “l’estremo del dolore, così come
l’estremo della felicità, muta l’aspetto di tutte le cose” e a trentasette
anni decide di seguire l’incoraggiamento di una persona amica di vecchia
data, scrivendo questa sua opera prima. Lo fa anche a riprova, per se
stessa prima di tutto, che non necessariamente si deve restare vittime inermi
della propria esistenza, anzi, che nella vita per quanto difficile possa
essere, volere è potere!
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