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IL GIOCO DEGLI SCACCHI Prefazione di Liliana
Biondi COLLANA: La Ricerca Poetica F.to 15x21, pp. 48, Euro 10,00 |
IL TESTO E L’AUTRICE Dopo la delicata
e intensa silloge La via delle rose,
edita diversi anni or sono sempre presso la Bastogi, Maria Rita Magnante
torna ad intessere i fili dell’arte poetica con Il gioco degli scacchi. I frammenti dei versi di Louis Aragon, posti in esergo
alla silloge, rispecchiano in buona parte il motivo dominante del testo:
l’amore, potenza divina ed enigmatica, che nella sua eterna precarietà è
principio e fine dell’esi-stenza medesima. Ma se l’intera poesia del poeta
francese è intessuta di ansia amorosa verso la propria moglie, qui la
poetessa si pone, essa stessa, come donna, in atto di attesa, direi di
conquista, nei confronti dell’amore, con determinatezza («Io ti stanerò… Io
ti troverò… Io ti amerò…», Aironi rosa) e con tutte le fragilità e le sottigliezze
che la conquista medesima comporta. Il titolo della silloge, Il gioco degli
scacchi, ha valore simbolico, non essendovi, nel testo, nessun riferimento
diretto ad esso. Tuttavia, proprio come per il gioco degli scacchi, qui,
l’amore non è inteso come passatempo, ma è terreno di più alto confronto:
«Amo l’amore/ presente/ che curva/ il tempo
nella spirale/ eterna dell’uguale» (Amo l’amore), scrive la poetessa.
La letteratura sul gioco degli scacchi, d’altronde, parimenti a quanto accade
per quella sull’amore, è sterminata, segno della complessità di entrambi:
simboli strategici per l’arte e per la cultura, per battaglie e guerre reali
e figurate. E se per entrambi, le regole si possono apprendere pur nelle loro
infinite combinazioni che richiedono mosse giuste in tempi giusti, la
passione, per tutti e due, ha un universo mentale e sentimentale sconfinato,
essendo, essi, essen-za e metafora dell’esistenza.
(dalla Prefazione
di Liliana Biondi)
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