…La “civiltà del lavoro”, nella quale
siamo tuttora immersi, nacque da due grandi rivoluzioni scoppiate quasi
contemporaneamente alla fine del XVIII secolo, quella socio-politica
francese e quella industriale inglese, ma volge ormai al termine.
L’automazione procede a grandi passi in quasi tutti i settori produttivi,
togliendo sempre più spazio al lavoro umano. Forse non è lontano il giorno
in cui i robot prenderanno il posto delle persone in carne e ossa. Ma il
lavoro significa anche reddito. Come potrà allora l’uomo provvedere ai suoi
bisogni senza più un reddito disponibile? E come impiegherà l’enorme tempo
libero che avrà a disposizione? Come si strutturerà la società dei robot? Alle
tante rivoluzioni che si sono succedute negli ultimi due se-coli
(economiche, politiche, sociali, di costume, ecc.) deve ancora aggiungersi
quella che va considerata la più importante di tutte: “la rivoluzione
religiosa”. Le immense possibilità che, soprattutto grazie al progresso
scientifico e tecnologico, si sono spalancate dinnanzi al genere umano, non
possono trovare impedimenti in concezioni esistenziali ormai superate e non
in grado di stare al passo coi tempi. L’ostacolo maggiore è rappresentato
dal “teismo” in tutte le sue forme (politeismo, monoteismo, panteismo), che
vincola l’uomo a leggi divine o di natura ritenute erroneamente immutabili.
PAQUITUS, appassionato di storia e
filosofia antica, ama definirsi “filosofo della strada” perché fra i suoi
intendimenti c’è anche quello di rendere la filosofia accessibile a tutti.
Da anni si dedica maggiormente allo studio della metafisica neoplatonica
(il cui massimo esponente è Plotino), avendo trovato in essa le chiavi per
la lettura della “verità che sta scritta nell’universo”, in alternativa all’interpretazione
irrazionale della realtà fornita dalle grandi religioni “teistiche”.
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