libro


 

 

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FERNANDO MIRRA

DEL TAMBURO

E DI ALTRI VIZI

 

COLLANA: Percorsi Narrativi

F.to 15x21, pp. 174, Euro 13,00
(Ed. 12/2017) Cod. ISBN 978-88-94894-45-5

 

IL TESTO E L’AUTORE

  Fernando Mirra manifesta l’Amore con le vibrazioni delle sue bacchette, ritmando un infinito richiamo a se stesso, nella casa della sua anima. Ed è un manifestarsi continuo, uno svelare nel senso di togliere dal velo e di vedere oltre la confusa patina del mondo odierno ciò che è verità e gioia: il colpo ritmato del tamburo, il corpo sicuro nella stretta dello strumento, il passo scandito ed in geometria con i compagni durante le esibizioni pubbliche. Del Tamburo e di altri vizi arriva dopo anni di silenzio da parte dell’autore, un silenzio che si è sviluppato nella stesura di pagine che guardano con sincerità la vita percorsa. Del Tamburo e di altri vizi è una raccolta, quasi un insieme di considerazioni e di riferimenti autobiografici, che analizza tre dei vizi che lo hanno accompagnato durante la sua vita: suonare, fumare e mangiare. Senza parlare di Rosa Cenere, stralunata casalinga con il vizio del fumo e del non riuscire a smettere!

 

“Suonare per il Palio di Asti è stato il modo migliore di dire:

ti amo, alla mia città.”

 

  FERNANDO MIRRA nasce ad Asti il primo novembre 1976, da Antonio e Maria, entrambi operai, originari, il primo di Sicignano degli Alburni (SA), la seconda di Taurianova (RC). Ultimo di tre figli, frequenta l’I.P.S.I.A. “A. Castigliano”, diplomandosi nel 1996 come elettricista. Dal ’98 inizia prima a lavorare in diverse aziende come impiegato tecnico e poi come operatore call center in una nota azienda della città. Dall’età di cinque anni è affetto da una patologia neurologica chiamata distonia, che non gli impedisce comunque di studiare e di lavorare, né tantomeno di coltivare due sue grandi passioni: il Palio di Asti e la scrittura. Affascinato dalla storia, e dalla storia di Asti in particolare, si avvicina nel ’93 all’ambiente degli sbandieratori, dei tamburini e delle rievocazioni storiche, in questo aiutato dal grande numero di gruppi storici presenti sul territorio astigiano. Con il fratello Vincenzo, di undici anni più grande, entra a far parte (il fratello come sbandieratore, lui come tamburino) degli J’amis d’la Pera, uno tra i più blasonati gruppi sbandieratori d’Italia. Esaurita l’esperienza con gli Amis, conosce altre realtà e matura, piano piano, un forte desiderio di divulgare ciò che ha appreso, iniziando così ad insegnare alle nuove leve nei gruppi che frequenta. Ma è sempre nel ’93 che Fernando inizia a scrivere. Inizialmente poesie, poi elabora storie, racconti, di genere adolescenziale, non disdegnando qualche racconto fantastico in cui magia e miracoli convivono in armonia.

  Finalmente, dopo diversi anni, nel 2011 avviene l’incontro fortunato con Alessia Mocci, sua curatrice e prefatrice, che preambola l’uscita nel 2012 della sua prima raccolta di Poesie, Mielinconie, una silloge di componimenti in cui amore, amicizia e morte si mescolano con il ricordo e la dolce malinconia che esso produce.