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DEL
TAMBURO E
DI ALTRI VIZI COLLANA: Percorsi
Narrativi F.to 15x21, pp. 174, Euro 13,00 |
IL TESTO E L’AUTORE
Fernando Mirra manifesta l’Amore con le vibrazioni delle
sue bacchette, ritmando un infinito richiamo a se stesso, nella casa della
sua anima. Ed è un manifestarsi continuo, uno svelare nel senso di togliere
dal velo e di vedere oltre la confusa patina del mondo odierno ciò che è
verità e gioia: il colpo ritmato del tamburo, il corpo sicuro nella stretta
dello strumento, il passo scandito ed in geometria con i compagni durante le
esibizioni pubbliche. Del Tamburo e
di altri vizi arriva dopo anni di silenzio da parte dell’autore, un
silenzio che si è sviluppato nella stesura di pagine che guardano con
sincerità la vita percorsa. Del
Tamburo e di altri vizi è una raccolta, quasi un
insieme di considerazioni e di riferimenti autobiografici, che analizza tre
dei vizi che lo hanno accompagnato durante la sua vita: suonare, fumare e
mangiare. Senza parlare di Rosa Cenere, stralunata casalinga con il vizio del
fumo e del non riuscire a smettere! “Suonare
per il Palio di Asti è stato il modo migliore di dire: ti
amo, alla mia città.” FERNANDO MIRRA nasce
ad Asti il primo novembre 1976, da Antonio e Maria, entrambi operai,
originari, il primo di Sicignano degli Alburni (SA), la seconda di Taurianova
(RC). Ultimo di tre figli, frequenta l’I.P.S.I.A. “A. Castigliano”,
diplomandosi nel 1996 come elettricista. Dal ’98 inizia prima a lavorare in
diverse aziende come impiegato tecnico e poi come operatore call center in
una nota azienda della città. Dall’età di cinque anni è affetto da una
patologia neurologica chiamata distonia, che non gli impedisce comunque di
studiare e di lavorare, né tantomeno di coltivare due sue grandi passioni: il
Palio di Asti e la scrittura. Affascinato dalla storia, e dalla storia di
Asti in particolare, si avvicina nel ’93 all’ambiente degli sbandieratori,
dei tamburini e delle rievocazioni storiche, in questo aiutato dal grande
numero di gruppi storici presenti sul territorio astigiano. Con il fratello
Vincenzo, di undici anni più grande, entra a far parte (il fratello come
sbandieratore, lui come tamburino) degli J’amis d’la Pera, uno tra i più
blasonati gruppi sbandieratori d’Italia. Esaurita l’esperienza con gli Amis,
conosce altre realtà e matura, piano piano, un forte desiderio di divulgare
ciò che ha appreso, iniziando così ad insegnare alle nuove leve nei gruppi
che frequenta. Ma è sempre nel ’93 che Fernando inizia a scrivere.
Inizialmente poesie, poi elabora storie, racconti, di genere adolescenziale,
non disdegnando qualche racconto fantastico in cui magia e miracoli convivono
in armonia. Finalmente, dopo
diversi anni, nel 2011 avviene l’incontro fortunato con Alessia Mocci, sua
curatrice e prefatrice, che preambola l’uscita nel 2012 della sua prima
raccolta di Poesie, Mielinconie,
una silloge di componimenti in cui amore, amicizia e morte si mescolano con
il ricordo e la dolce malinconia che esso produce. |